Monitor di videosorveglianza: cosa sapere

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Il monitor rappresenta il primo, e talvolta unico, mezzo per monitorare zone a rischio di intrusione, rapine, incidenti. Si tratta di uno schermo televisivo che riprende e mostra in diretta quello che succede davanti alla telecamera.
Normalmente, questo monitor non è l’unico strumento presente all’interno del kit di videosorveglianza. Se fosse così, ci sarebbe bisogno di un operatore presente 24 ore su 24 a verificare che non ci siano situazioni allarmanti. Per questo motivo, all’operatore, che è comunque spesso presente, si abbina un sistema di videoregistrazione. Questo sistema permette di memorizzare le riprese, che poi possono essere cancellate automaticamente o manualmente.

Tutti questi aspetti sono ben regolamentati dalle norme precise stabilite dal Garante della privacy. Queste norme prevedono anche che gli operatori adibiti alla visione degli schermi di videosorveglianza devono accreditati. In ogni caso, uno o più monitor sono praticamente sempre presenti.

Se in passato venivano utilizzato monitor con tubi catodici, oggi sono diffusi i display a cristalli liquidi (LCD = Liquid Crystal Display). La ragione è semplice: sono monitor poco ingombranti, leggeri, più efficienti. Non solo: risultano anche più performanti in termini di qualità e intellegibilità dell’immagine in ogni condizione.

Caratteristiche tecniche

Passiamo alle caratteristiche tecniche. Questi display sono sempre dotati di ingressi per una o più sorgenti tramite cavo coassiale che termina con un connettore BNC. In genere, questo ingresso supporta il segnale video composito (CVBS) che trasmette, in un solo collegamento, tutte le componenti del segnale video: crominanza, luminanza e segnali di sincronismo.

Le telecamere con uscita analogica si collegano in maniera molto semplice ai monitor. Inoltre, questi devono essere collegati anche al videoregistratore, se presente. Il sistema di videosorveglianza seleziona l’immagine da inviare al monitor, sistema spesso in grado di inviare al monitor i segnali delle telecamere allestite simultaneamente. Un apposito software, suddividendo lo schermo in rettangoli più piccoli, ad esempio 4, fornisce le immagini di ogni telecamera, facendo controllare dall’operatore più situazioni contemporaneamente.

In commercio, è possibile trovare anche sistemi piuttosto economici con monitor LCD contenenti anche il DVR. In questi apparecchi, sono presenti ingressi LAN per la connessione e la gestione diretta di più telecamere digitali.
Il cosiddetto S-Video è un altro ingresso standard spesso presente nei monitor, molto più raramente è possibile trovare la presa SCART. Entrambi i formati, però, vengono utilizzati di rado in questo campo.

Le dimensioni dei monitor

Da sottolineare, invece, sono le combinazioni che devono avere telecamera e monitor per riprendere in modo soddisfacente la zona da videosorvegliare. Bisogna prestare particolarmente attenzione all’altezza del soggetto da riprendere rispetto alle dimensioni dello schermo.

Ad esempio, se vi interessa monitorare più persone contemporaneamente, l’altezza di una singola persona deve essere solo il 5% dell’altezza del monitor. Inquadrature più ravvicinate farebbero perdere la visione di insieme. Al contrario, se vi interessa concentrarvi su una singola persona, senza identificarla, le sue dimensioni devono essere portate al 10% dell’altezza dello schermo. Perché sia possibile un riconoscimento, questa percentuale deve salire al 50% e al 130% per l’eventuale identificazione.

Per una visione ottimale, infine, bisogna tener conto anche della grandezza dello schermo rispetto alla distanza dall’operatore. Se questa distanza varia da 70 cm ad un metro, la dimensione del monitor suggerita va da 9″ a 12″. Con una distanza di 130 cm occorrono monitor da 15″, mentre per 180 cm sono consigliati quelli da 21″. Naturalmente, maggiore è lo schermo, migliore deve essere la risoluzione del monitor.


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